Attività & Laboratori Secondaria Gruaro

 

Anno scolastico 2017/2018

23 settembre, nel corso di un’assemblea plenaria, gli allievi della classe 3^ presentano i documenti che regolano la vita scolastica.

29 settembre, Maratona di lettura: le allieve e gli allievi della Scuola Secondaria di Prima Grado, al motto di “Noi e voi… per crescere bene insieme“, donano alcune letture alle allieve e agli allievi della Scuola Primaria.

29 settembre, i docenti presentano agli alunni, nel corso di un’assemblea collettiva, il percorso laboratoriale “Tessendo reti di sicurezza… avvisi ai naviganti“. Somministrazione questionario Questionario_internet

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30 settembre, nel corso della Manifestazione “Bravo e… continua così” viene riprosto un breve estratto da “Fusion. Tutto il mondo in un piatto”.

07 novembre, incontro di sensibilizzazione tutela dell’ambiente e presentazione PAES.

02 dicembre, Forum Orientamento rivolto agli allievi della classe terza.

22 dicembre, Un dono… senza perché.

15 e 17 febbraio, Giornate dello Sport Giornate-dello-sport-tabella (2)

20 gennaio, Scuola Aperta.

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19-24 marzo, Settimana della Musica.

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27 marzo, AVIS.

13 aprile, tutti in Biblioteca per l’annuale appuntamento con la Mostra del Libro.

 

Notizie dal PON

Esercizi espressivo-motori. Già nelle prime ore delle attività laboratoriali abbiamo imparato a “diventare” altre persone, con la postura, la voce e provando a sentirci diversi. Per far ciò ci siamo esercitati in gruppo, a coppie e singolarmente. Per esempio, abbiamo imparato a gestire le posture delle diverse parti del corpo e le tensioni: dalla tensione 1 che è molto fluida abbiamo imparato a passare alla tensione 5 che è quella più rigida. Le diverse tensioni combinate alle varie posture danno vita a personaggi molto differenti, con un proprio modo di camminare, di parlare e di interagire con gli altri. 

Prima di lanciarci in esercizi teatrali complessi, abbiamo iniziato con attività di espressione teatrale come: posizione corporea (saper imitare persone di età differente), camminata (essere in grado di svolgere tipi di camminata differenti), tono della voce (utilizzare differenti toni di voce) ed espressioni del volto (utilizzare il volto per esprimere diverse emozioni). Infine abbiamo svolto un’insolita attività. Ci siamo posizionati in cerchio mentre un altro stava al centro. La persona al centro chiude gli occhi e si lascia cadere. Le persone in cerchio la devono prendere ed evitare di farla cadere. Questo è un allenamento che riguarda la fiducia negli altri e crea affiatamento.

Maschere di cartapesta. In un secondo momento ci siamo dedicati alla creazione di maschere in cartapesta. Siamo partiti da uno stampo in gesso all’interno del quale abbiamo sovrapposto vari strati di carta unita da colla da parati. Una volta asciutte, le abbiamo tolte dallo stampo, ritagliate, bordate e colorate con colori acrilici secondo i colori dell’animale assegnato.

Allestimento spettacolo finale. Alla fine del percorso ci siamo occupati dell’allestimento di un breve spettacolo teatrale basato su una storia di invenzione. Una madre ed il figlio partono alla ricerca di un’arte che permetta loro di vivere bene senza lavorare. L’occasione si presenta quando i due incontrano lungo le rive di un fiume una libellula, che promette alla madre di insegnare al ragazzo l’arte da loro ricercata a condizione che la donna trascorsi sette anni lo riconosca. La madre accetta i termini del patto. Trascorso il tempo stabilito, la donna torna dalla libellula, che, mostrandole sette cammelli, le chiede di riconoscere il figlio. La madre non ci riesce, ma ottiene che il figlio possa liberarsi dopo avere combattuto e vinto contro la libellula in una battaglia magica. Dopo molte trasformazioni il figlio sconfigge la libellula e ottiene la libertà.

La stessa storia si ripeterà anni dopo: una madre discute con sua figlia, che mostra di non averne capito la morale.

Per preparare lo spettacolo abbiamo cominciato con la lettura del copione, imparando alcuni termini tecnici, come coro, scena, personaggi animati e inanimati, espressioni tra parentesi. Poi abbiamo lavorato sulla voce e sulle posture dei tre personaggi principali (madre, figlio e libellula). Dopo abbiamo preparato le parti del coro, con l’espressione vocale appropriata e la tensione 4, rigida ma non troppo. In seguito abbiamo lavorato sulla costruzione di alcune scene in degli spazi aperti riproducendo elementi naturali con i nostri corpi. Infine abbiamo elaborato i movimenti dei diversi animali in cui si trasformano il figlio e la libellula e la simulazione delle lotte tra di loro.

Dopo aver provato più volte sono iniziate le riprese nel giardino scolastico e nel territorio comunale in spazi aperti.

Battesimo della maschera. Il 3 giugno noi ragazzi del PON ci siamo trovati a Stalis, per battezzare le nostre maschere. Questo rito propiziatorio è antico e collegato alla storia della commedia dell’arte. Esso consiste nel dare una “vita propria” alle maschere usando materie prime povere come birra e farina. Si prepara una parte di terreno dove poggiare la maschera con lo sguardo rivolto verso di noi, in seguito, con la farina si disegna un cerchio attorno ad essa e viene versata della birra in testa all’attore. Essendo bambini, l’esperta ha usato solo un po’ di farina. Per concludere il rito abbiamo salutato le nostre maschere in un modo speciale: mettendo le mani sopra la maschera, sul nostro viso e nuovamente sulla maschera.

Con questo rito abbiamo instaurato un legame con la maschera, che da quel momento è diventata NOSTRA!!!

Ricordate che per trattare bene la maschera bisogna:

  • salutarla ogni volta nel modo giusto;

  • riporla sempre nel suo sacchetto;

  • poggiarla in modo che non si rompa;

  • non rovinarla, romperla o maltrattarla;

  • riconoscere sempre la sua forza.

Se queste regole, infatti, non vengono rispettate la maschera, avendo vita propria, si ribella e ti va contro.

Buona visione…

I ragazzi del PON

 Anno scolastico 2016/2017

Il cibo è cultura: percorso multidisciplinare, a classi aperte, condotto in modalità laboratoriale.

Introduzione al percorso.

Ogni paese ha la sua cultura e la propria identità culinaria: “il cibo è cultura. L’alimentazione è un linguaggio, si impara a mangiare come si impara a parlare e le prime esperienze alimentari ci segnano in maniera indelebile, ogni alimentazione è lo specchio di una cultura e ci distingue gli uni dagli altri”. Le prime riflessioni sul comportamento alimentare dell’uomo condotte da Claude Lévi-Strauss hanno fatto emergere il legame particolare che intercorre tra cibo e cultura: il cibo parte da elementi naturali e si trasforma, mediante l’intervento dell’uomo, in fenomeno culturale, in elemento di identità e di patrimonio. E così ogni cucina, ogni tradizione culinaria, rappresenta un punto di arrivo, per quanto provvisorio e destinato ad evolversi, di una complessa evoluzione storica; ricercarne le radici permette di far emergere un “intreccio di fili sempre più ampio e complicato a mano a mano che ci allontaniamo da noi“, che può essere rappresentato come “una pianta che si allarga a mano a mano che affonda le radici nel terreno, cercando linfa vitale fin dove riesce ad arrivare, che insinua le sue radici in luoghi il più possibile lontani, talvolta impensabili“.

Punti focali e obiettivi del percorso:

  • ricerca sulle tradizioni gastronomiche in dimensione locale e glocale (cultura e valorizzazione del territorio) e in dimensione globale (prospettiva multiculturale);

  • valorizzazione del legame che intercorre tra cibo, cultura e costruzione dell’identità (intesa come costruzione del sé e appartenenza ad una comunità);

  • sperimentazione di diversi linguaggi, codici e canali comunicativi;

  • uso delle TIC.

Considerazioni e spunti di riflessione (a cura di Maddalena Moro, 2^A).

Il cibo è…

Molti di noi pensano al cibo come ad un insieme di alimenti necessari per nutrire il corpo, ma, in reatà, che cos’è veramente il cibo?

Per me il cibo è paragonabile ad un portone aperto che accorcia le distanze, allontana le divergenze e fa entrare in uno stato di totale e piacevole benessere chi lo sa gustare.

Per le persone che ho interpellato il cibo è, a volte, evocazione di momenti passati, di sapori e di odori che fanno parte della loro vita, della loro memoria. I miei genitori, ad esempio, ricordano con grande piacere e nostalgia le arrampicate sugli alberi a caccia di frutti -pere, ciligie o albicocche- o le incursioni nell’orto per rubacchiare piselli e carote; il solo parlare di questi semplici cibi genera in loro non solo sensazioni legate al gusto e all’olfatto, ma anche immagini e ricordi legati a quei momenti.

Il cibo è, dunque, memoria. A volte si tratta della memoria di un intero territorio. Quando, ad esempio, dici “Veneto”, pensi subito alla polenta; e il legame tra questo determinato piatto e il territorio è tale che nessuno sembra ricordarsi che la farina di mais è originaria dell’America.

Il cibo è, dunque, territorio. E ogni paese ha il suo piatto che lo distingue; e ogni festa ha le sue pietanze tradizionali: a Natale, il panettone; a Pasqua, la colomba. Addirittura, nell’uso comune, si dice “giovedì gnocchi” o “venerdì di magro”.

Il cibo è, dunque, identità culturale. Non sempre, come nel caso della polenta, i cibi che sentiamo nostri sono propriamente nostrani. Oramai sono da tempo italianizzati cibi che provengono dai luoghi più lontani e sperduti: alcuni sono sentiti “nostri” da tempo immemorabile, come le spezie e il caffè, altri, come la quinoa o le bacche di goji, sono entrati nel nostro quotidiano in tempi molto più recenti.

Mano a mano che siamo venuti in contatto con le culture di altri paesi, abbiamo scoperto sapori, profumi, colori nuovi e suggestivi, e li abbiamo portati sulla nostra tavola.

La potenza del cibo è tale che ne subiamo il fascino anche oltre il semplice profilo alimentare e sentiamo il desiderio di rappresentarlo. Da secoli pittori, scultori e poeti dipingono, plasmano, scrivono, evocano immagini e tessono le lodi del cibo.

Ecco, ci sono! Ho risposto alla mia domanda. Il cibo non è solo fonte di sostentamento per il nostro corpo, ma è anche nutrimento per i ricordi. Dopotutto, ammettiamolo, quando pensiamo al nostro compleanno la prima cosa che ci viene in mente -dopo i regali- è la torta.

 

Allestimento Stalis 2017_Mulino vecchio

Anno scolastico 2015/2016